Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo.
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Your playing small does not serve the world. Who are you not to be great?
Nel fisico era cresciuto, dimagrito, le tempie ormai cominciavano a ingrigirsi, ma per il bambino di allora, o per l’uomo di oggi, tutte le cose che servono su questa terra non significavano nulla, così come non aveva ancora imparato a conciliare il corso immutabile dell’universo di cui lui stesso era parte (una parte molto effimera) con la nozione filosofica del tempo che passa: in pratica non sapeva bene cosa fosse il futuro. Assisteva agli eventi umani che scorrevano lenti intorno a lui senza mostrare passioni o coinvolgimento personale, le sue effettive difficoltà intellettive erano sempre venate da una malinconica tristezza, perché nonostante gli sforzi, non riusciva a capire, e di conseguenza a vivere, come i cari amici che conosceva: il suo cervello, preda di un meravigliato stupore, era scollegato dalle normali faccende terrene (con terribile vergogna della madre, e massimo divertimento della gente locale), sembrava vivere nell’invulnerabilità di un istante eterno, come in una bolla di sapone che non sarebbe mai scoppiata.
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View PlansQuae caret ora cruore nostro?
«Il tempo non è abbastanza lungo! [...] Non è abbastanza lungo per una vita che faccia dimenticare le sue notti.»
Il bene viene sempre troppo tardi, diventa realtà troppo tardi, quando non si è più capaci di goderne.
Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.
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Your playing small does not serve the world. There's nothing enlightened about shrinking so that other people won't feel insecure around you.
Così come stanno oggi le cose, con questo spreco di forza lavoro nella pura oziosità o nel lavoro improduttivo, è evidente che il mondo civile è sostenuto solo da una piccola parte dei suoi membri; qualora tutti lavorassero utilmente per sostenerlo, la quota di lavoro che ognuno dovrebbe svolgere sarebbe necessariamente limitata, anche se il nostro tenore di vita fosse simile a quello che la gente benestante e raffinata ritiene oggi desiderabile. Avremmo forza lavoro in eccesso, e saremmo, in breve, ricchi come vorremmo.
La mancanza di senape rattristò l’equipaggio. Mangiammo il nostro manzo in silenzio. La vita ci sembrava vuota e insignificante.
Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
noli me tangere
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Quanto più cercheremo di specializzarci in una data attività e in una data arte e adotteremo un metodo di
pensare e di agire relativamente indipendente e ci atterremo a regole fisse, tanto più si rinsalderà il
carattere e non per questo correremo il rischio di fossilizzarci.
È saggio agire così perché la vita è breve e il tempo passa rapidamente: se ci si perfeziona in una cosa
sola in modo da impadronirsene bene si acquista in più la comprensione e la conoscenza di molte altre
cose. [...] Colui che preferisse la solitudine e il lavoro in raccoglimento e si accontentasse di uno scarso
numero di amici, sarebbe proprio quello che, con la massima padronanza, saprebbe vivere con gli altri
uomini.
Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati.
"Anche il peggiore dei casi si avvera di quando in quando. Siamo uomini, dobbiamo tenerne conto, armarci contro questa realtà, e soprattutto avere ben chiaro in mente che riusciremo ad evitare il naufragio nell'assurdo, che per forza di cose risulta sempre più netto e schiacciante, e a costruirci su questa terra un'esistenza abbastanza confortevole, solo incorporandolo tacitamente nel nostro pensiero. La nostra ragione rischiara il mondo non più dello stretto necessario. Nel bagliore incerto che regna ai suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale. Dobbiamo guardarci dal considerare questi fantasmi come fossero qualcosa "in sé", come se si trovassero fuori dello spirito umano, o, peggio ancora: non commettiamo lo sbaglio di considerarli come un errore evitabile, sbaglio che ci potrebbe indurre a condannare il mondo in una sorta di morale caparbia e dispettosa, qualora tentassimo di imporrre una visione perfettamente razionale delle cose, giacché proprio la sua perfezione assoluta costituirebbe la sua menzogna mortale e un segno della peggiore cecità."
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